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Parte 1 e Parte 2 de Le Italiennes montent a Paris
Rimando a quanto scritto sul blog di Franco Ziliani e sui commenti ricevuti: "Ritorno adesso a casa da Parigi. Premetto che viaggiare con i nostri vini è una cosa che spesso va al di là della vendita. Questa come ben sapete è figlia della comunicazione, non quella studiata che spesso incontriamo, ma quella spontanea, che si legge negli occhi, che si ascolta dai racconti dei vignaioli.
Personalmente lavoro a Parigi con Vinny Mazzara, una ragazza Italiana e anche grazie al supporto di Christine, vendo lì i miei vini da due anni. Mi fa piacere che là dove si respiri la storia di quei bistrot parigini, anche nelle zone più svariate della città, in quei posti che hanno aperto le porte già da anni ai vini naturali francesi, si possa adesso parlare di Italia e dei suoi terroir credo al meglio rappresentati da queste produttrici presenti alla degustazione. E la soddisfazione di sentirsi parte di un gruppo, di un movimento che forse scrive realmente in questi momenti un pezzettino di storia dei vini naturali italiani a Parigi. L’idea di parlare, incontrare, e sorriderci con i nostri clienti, guardandoci in faccia e scambiandoci una pacca sulla spalla reciproca; i primi assaggi di una nuova annata, le prime critiche, le prime impressioni da parte loro.
In fondo il vino è anche questo, parlare discutere e la cosa più bella di essere e fare vino in questi anni è quella tensione e critica positiva che si sente a questi eventi, a quelli di aprile, e a tutte le piccole fiere dei vini naturali che sulla stregua dell’esempio francese stanno cominciando a popolare anche l’Italia.
Arrivano produttori da ogni parte d’Italia, come me dalla Sicilia, a volte con la macchina piena di vino. Uno fra tutti a novembre, Fornovo, appena finita l’ultima fermentazione, mentre i vini stanno ancora macerando. Due giorni e poi nuovamente in cantina. Si vedono arrivare con le proprie bottiglie, lo scarico dalle macchine, i primi saluti e il ritrovarsi dopo la pausa estiva, e il nostro impegno in vigna e in cantina per la vendemmia.
Ci raccontiamo, ci passiamo le ansie e le gioie, impariamo da un bicchiere altrui, e ci prendiamo le nostre conferme. Le piccole manifestazioni sono figlie di questi bisogni, sono figlie dell’orgoglio di essere agricoltore e del voler continuare ad esserlo, sono figlie delle nostre ambizioni e di quella sensazione unica che è lo stare spalla a spalla con la gente, con chi il vino lo fa, con chi il vino lo beve, con chi di vino scrive.
Questa degustazione a Parigi è stata anche questo, e tutti coloro che sono venuti, sono convinta che tutto ciò l’abbiano capito. Mi sembra superfluo fare i conti in tasca alla gente, mi sembra ovvio che i nostri spostamenti siano giustificati da un ragionamento sensato. Vi assicuro che sono molto più importanti questi incontri vivaci e personali che le tante cose organizzate in questo settore e molto più dispendiose che portano a molto meno.
Non siamo andate in gita, siamo andate a proporre le nostre storie. E come ha detto Enrico Bernardo ieri all’uscita dal suo ristorante Il vino: “Brave ragazze! per fortuna, avete portato un po’ di spirito ed euforia a questa città “ E a noi sono bastate tutte le persone presenti e queste frasi per avere l’ennesima conferma".
2 commenti:
Ho pubblicizzato su Twitter questa bella manifestazione a Parigi (un manifesto carinissimo)e sono d'accordo con quello che dici a proposito.
Ma a Parigi in quali bistrot trovo i tuoi vini? Vado spesso e ho diversi amici che abitano lì, ogni tanto un pò di Sicilia non guasterebbe :)
soy occhipinti de argentina mi abuelo era de alla ,rosario occhipinti. aca son chacareros tambien
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