lunedì 15 aprile 2013

18 aprile Eataly Roma


















presentano
NATURAL WOMAN
di
ARIANNA OCCHIPINTI
La mia Sicilia, il mio vino, la mia passione



GIOVEDÌ 18 APRILE  dalle 17 alle 19
Ristorante delle Verdure - Piano terra
EATALY
Piazzale XII Ottobre 1492, Roma
Intervengono insieme all’autrice

ELISIA MENDUNI
e
GIAMPAOLO GRAVINA
Con un intervento di

EDOARDO NESI

A seguire degustazione dei vini dell’azienda agricola Arianna Occhipinti

***


 “Adoro la forza di sapersi portare dentro
un passato e un futuro allo stesso tempo.”
Arianna Occhipinti

Era solo una ragazza siciliana di ventidue anni quando Arianna Occhipinti piantò la sua prima vigna. Poteva scegliere qualunque destino possibile, invece ritornò nella sua amata Iblea, la regione intensa e calcarea da cui molti siciliani, nei decenni passati, se ne andarono per sempre.
Decise che sarebbe diventata un agricoltore. O meglio, un viticoltore. Scelse un mestiere maschile e antico per esprimere al meglio la sua forza di giovane donna. Oggi Arianna ha trent’anni e il suo vino naturale è considerato tra i migliori al mondo. Questo libro è un diario sentimentale. Un viaggio attraverso le tappe della sua avventura di wine maker, le persone che le hanno insegnato a lavorare la terra, quelle che hanno sostenuto il suo vino, gli affetti che l’hanno fatta crescere.
Natural Woman è la storia di una passione, ma soprattutto di una certezza. La convinzione che nel Frappato, nel Nero d’Avola e nel Cerasuolo che produce ci sia tutta lei stessa: la determinazione, la gioia, la ruvidità e la fragilità di una ragazza che sta ancora maturando, ma anche le contraddizioni e le rinunce, la fatica di sentirsi soli a contatto con una cosa grande come la terra. In fondo, l’idea che il vino non possa essere altro che qualcosa di naturale e vivo.

Un viaggio attraverso le tappe della sua avventura di wine maker e

gli affetti che l’hanno fatta crescere.

“Vivo in un palmento. La zona di Vittoria e del ragusano è piena di queste strutture di pietra antiche come il tempo, dove una volta si pigiava il vino. Tutti quelli che non sanno ed entrano a casa mia per la prima volta, mi chiedono cosa siano quei buchi nel pavimento. Sono le vasche dove fermentava il mosto: il mio divano e il mio camino sono a due passi da quegli ombelichi della casa e forse si potrebbe obiettare che è pericoloso e che sarebbe meglio non ospitare nessuno che alza il gomito (il che rientra nella sfera dell’impossibile), ma io non posso separarmi dall’idea di stare in un posto così, che ancora sa di cantina, anche se non è una cantina. Mi piace che la mia vita si svolga al piano terra e sia immersa in quello che faccio: la vita come arte direbbero pittori e poeti. E forse mi piace perché tutto sembra avere una sua coerenza. Quando cammino sul pavimento di questa casa, capisco che l’appartenenza è fatta anche di suoni. Le pietre antiche come queste assorbono i passi, li respirano, ne rimandano un suono che è un’eco con dentro la terra e il suo calore. Non è poesia, è una cosa vera che tutti possono sperimentare.”

Arianna Occhipinti nasce a Marsala nel 1982. La sua storia tra le vigne inizia nel 2004, quando, terminati gli studi a Milano in Viticoltura ed Enologia, decide di ritornare in Sicilia. Comincia da un ettaro di vigneto. Adesso conduce un’azienda trenta volte più grande, divisa tra la gestione dei vigneti, la produzione in cantina e la commercializzazione. Vive a Vittoria.

                          


     Collana: Fandango Libri
Pagine: 157
Prezzo: 13,00
Isbn: 978-88-6044-307-6
Data di pubblicazione: 25 marzo 2013


UFFICIO STAMPA FANDANGO EDITORE
Manuela Cavallari Mob: +39.349.6891660 - Email: manuela.cavallari@fandango.it
Francesca Comandini Mob: +39.347.5240967 - Email: francesca.comandini@fandango.it
Giulia Santaroni Mob: +39.348.8224581- Email: giulia.santaroni@fandango.it

lunedì 1 aprile 2013

"Natural Woman" al Vinitaly 2013






presenta al Vinitaly


NATURAL WOMAN
La mia Sicilia, il mio vino, la mia passione
di
ARIANNA OCCHIPINTI

LUNEDÌ 8 APRILE ORE 15
Vinitaly, Padiglione 2 Sicilia
Sala Business - Verona
Intervengono insieme all’autrice
GIAMPAOLO GRAVINA
e
ROY PACI
A seguire degustazione dei vini dell’azienda agricola Arianna Occhipinti



***

“Adoro la forza di sapersi portare dentro un passato e un futuro allo stesso tempo.”
Arianna Occhipinti

Natural woman è quasi un romanzo di formazione, la transizione dall’adolescenza in cui il sogno era diventare una diplomatica con una valigetta per salvare il mondo, fino all’età adulta, all’ombra delle viti.”
Luciano Ferraro, Il Corriere della Sera


Era solo una ragazza siciliana di ventidue anni quando Arianna Occhipinti piantò la sua prima vigna. Poteva scegliere qualunque destino possibile, invece ritornò nella sua amata Iblea, la regione intensa e calcarea da cui molti siciliani, nei decenni passati, se ne andarono per sempre.
Decise che sarebbe diventata un agricoltore. O meglio, un viticoltore. Scelse un mestiere maschile e antico per esprimere al meglio la sua forza di giovane donna. Oggi Arianna ha trent’anni e il suo vino naturale è considerato tra i migliori al mondo. Questo libro è un diario sentimentale. Un viaggio attraverso le tappe della sua avventura di wine maker, le persone che le hanno insegnato a lavorare la terra, quelle che hanno sostenuto il suo vino, gli affetti che l’hanno fatta crescere.
Natural Woman è la storia di una passione, ma soprattutto di una certezza. La convinzione che nel Frappato, nel Nero d’Avola e nel Cerasuolo che produce ci sia tutta lei stessa: la determinazione, la gioia, la ruvidità e la fragilità di una ragazza che sta ancora maturando, ma anche le contraddizioni e le rinunce, la fatica di sentirsi soli a contatto con una cosa grande come la terra. In fondo, l’idea che il vino non possa essere altro che qualcosa di naturale e vivo.



Un viaggio attraverso le tappe della sua avventura di wine maker e gli affetti che l’hanno fatta crescere

“Vivo in un palmento. La zona di Vittoria e del ragusano è piena di queste strutture di pietra antiche come il tempo, dove una volta si pigiava il vino. Tutti quelli che non sanno ed entrano a casa mia per la prima volta, mi chiedono cosa siano quei buchi nel pavimento. Sono le vasche dove fermentava il mosto: il mio divano e il mio camino sono a due passi da quegli ombelichi della casa e forse si potrebbe obiettare che è pericoloso e che sarebbe meglio non ospitare nessuno che alza il gomito (il che rientra nella sfera dell’impossibile), ma io non posso separarmi dall’idea di stare in un posto così, che ancora sa di cantina, anche se non è una cantina. Mi piace che la mia vita si svolga al piano terra e sia immersa in quello che faccio: la vita come arte direbbero pittori e poeti. E forse mi piace perché tutto sembra avere una sua coerenza. Quando cammino sul pavimento di questa casa, capisco che l’appartenenza è fatta anche di suoni. Le pietre antiche come queste assorbono i passi, li respirano, ne rimandano un suono che è un’eco con dentro la terra e il suo calore. Non è poesia, è una cosa vera che tutti possono sperimentare.”

Arianna Occhipinti nasce a Marsala nel 1982. La sua storia tra le vigne inizia nel 2004, quando, terminati gli studi a Milano in Viticoltura ed Enologia, decide di ritornare in Sicilia. Comincia da un ettaro di vigneto. Adesso conduce un’azienda trenta volte più grande, divisa tra la gestione dei vigneti, la produzione in cantina e la commercializzazione. Vive a Vittoria.

                          


     Collana: Fandango Libri
Pagine: 157
Prezzo: 13,00
Isbn: 978-88-6044-307-6
Data di pubblicazione: 25 marzo 2013

UFFICIO STAMPA FANDANGO EDITORE
Manuela Cavallari Mob: +39.349.6891660 - Email: manuela.cavallari@fandango.it
Francesca Comandini Mob: +39.347.5240967 - Email: francesca.comandini@fandango.it
Giulia Santaroni Mob: +39.348.8224581- Email: giulia.santaroni@fandango.it

lunedì 18 febbraio 2013

FOOD.CHOCOLATE.DESIGN



Con Sabadì a TASTE 2013
Visiona il progetto: food.chocolate.design

Contatti: Happycentro


via C. Ferrari, 9
37135 Verona — Italy

P. +39 045 505993
F. +39 045 8232552


Sabadì

Via Resistenza Partigiana 124 D
97015 Modica (Rg)



FOOD.CHOCOLATE.DESIGN
ciao@foodchocolatedesign..it

martedì 27 novembre 2012

NEXT IN WINE 2013


Il  Premio riservato ai giovani talenti della Vigna Italia
è stato assegnato a Roma in occasione della presentazione della Guida Bibenda 2013
Arianna Occhipinti
è
Next In Wine 2012


Siciliana, carismatica e determinata nelle proprie idee. Le sue vigne, e la terra su cui crescono, non sono piegati dalla tecnica ai voleri dell’uomo, ma interpretati e compresi per quello che sono, con sensibilità, coraggio, creatività e innovazione: Arianna Occhipinti è la vincitrice della seconda edizione di  Next In Wine, il premio assegnato ai giovani talenti under 35 della Vigna Italia da Simonit & Sirch Preparatori d’Uva e dalla Scuola Italiana di Potatura della Vite, in collaborazione con Bibenda e Associazione Italiana Sommelier.
Il premio (un quadro di Gianpaolo Spagnoli, artista veronese emergente) le è stato consegnato da Marco Simonit e Pierpaolo Sirch  nel corso della presentazione della Guida Bibenda 2013, svoltasi il  24 novembre all’Hotel Rome Cavalieri di Roma. Finalisti, con lei, si sono piazzati  il bresciano Enrico Togni dell’azienda Azienda Agricola Togni-Rebaioli di Erbanno e il friulano Cristian Specogna dell’azienda Specogna di Corno di Rosazzo.

Istinto, coraggio e innovazione. Questi i denominatori comuni delle tante storie di giovani viticoltori che si sono iscritti al concorso Next in wine 2012. Giovani appassionati, decisi ad affermarsi nel mondo del vino con idee e progetti aziendali innovativi,  capaci di guardare al futuro, mantenendo saldo il legame con le proprie radici.
Non è stato facile quest’anno assegnare il premio NEXT IN WINE 2012. I candidati hanno tutti meritato, sebbene con motivazioni diverse, di essere proclamati vincitori -   spiega il prof. Attilio Scienza, presidente della giuria – Tante storie di giovani appassionati, decisi ad affermare la loro idea di vino, consapevoli del significato che la produzione dell’uva ha nel rispetto dei valori della natura e delle sue leggi, testimoni della grande originalità del vino italiano. Tra tutti è però emersa la personalità di Arianna Occhipinti, non solo per la sua filosofia di produttrice che si ispira senza dogmatismi ai principi della antroposofia, ma soprattutto per il carisma e la determinazione con la quale afferma le sue idee e comunica i suoi vini. Dotata di una solida preparazione scientifica e tecnica  che le proviene  dalla  laurea in viticoltura ed enologia conseguita all’Università di Milano, ha soprattutto usato l’istinto per andare alla ricerca della verità che le consente di rendere visibile in un vino   l’invisibile che si nasconde nel rapporto complesso tra il vitigno e l’ambiente. Nella sua attività di viticoltrice tutto ha inizio dal territorio, che non è piegato dalla tecnica ai voleri dell’uomo, ma che è interpretato e compreso per quello che è, con i suoi limiti che gli provengono dalle sue origini, ma anche con i suoi misteri, dove si nasconde lo spirito del vino. Produrre un vino per Arianna non è un obiettivo meramente economico, ma la realizzazione di un progetto di vita, un’esperienza irrepetibile, dove trasfondere un po’ del suo entusiasmo. I suoi vini sono lo specchio del suo animo : immediati, senza cedimenti, comunicativi, orgogliosi della loro origine, ma anche enigmatici.”
Con Attilio Scienza, Presidente del Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Milano, hanno fatto parte della giuria François Murisier  Vice-presidente dell’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino; Francesco Gagliano dell’Assessorato delle Risorse Agricole e Alimentari SOAT della Regione Sicilia; Gianluca Macchi  Direttore del CERVIM ; Fabio Mencarelli dell’Università della Tuscia ;  la giornalista Clementina Palese;  Enrico Peterlunger  dell’Università di Udine; Diego Tomasi del CRA – VIT di Conegliano.

  Abbiamo pensato Next In Wine come un premio alla voglia di fare, di andare avanti con caparbietà e serietà, di sperimentare, attingendo con intelligenza al grande patrimonio di esperienze del passato - spiega Marco Simonit-  Siamo infatti convinti che, per il futuro della viticoltura che procede per evoluzione, è necessario un intelligente mix tra tradizione e innovazione, tra conoscenza e coraggio, tra lungimiranza e progettualità, in uno sviluppo continuo e meditato. La vigna deve tornare ad essere l’insostituibile “madre” del vino: solo così sarà possibile un vero  rinascimento vinicolo, un rinascimento che noi vogliamo affidare ai giovani, ai giovani di Next in Wine.”

Info


all.
Arianna Occhipinti
Azienda: Arianna Occhipinti Azienda Agricola
Via dei Mille 55, 97019 Vittoria (RG), Sicilia, Italia

Arianna Occhipinti, dopo aver completato gli studi di Viticoltura ed Enologia presso l’Università degli Studi di Milano, nel 2004 decide di vinificare le uve Nero d’avola e Frappato di un ettaro di vigneto in Contrada Fossa di Lupo nel cuore della denominazione del Cerasuolo di Vittoria. Fin dall’inizio, il suo approccio alla viticoltura è di grande rispetto per la natura e per il suo territorio; per questo sceglie sin da subito di condurre i vigneti e l’intera azienda secondo i principi dell’agricoltura biologica, il cui ente certificatore è la QC&I international. Tra vigneti vecchi e nuovi siti in Contrada Fossa di Lupo, si raggiungono i 10 ha di superficie. L’azienda ha lavorato intensamente sul recupero delle vigne vecchie migliorando anche le tecniche di potatura, mentre tutti gli impianti nuovi derivano da una accurata selezione massale, mantenendo una pratica ancora in uso in Sicilia, che è l’innesto in campo, condotto da squadre di esperti. In questo modo si è cercato di mantenere i cloni più antichi ancora esistenti in zona e di esaltare le diversità dei singoli individui, il cui insieme crea una maggiore armonia dei vini ed esalta i caratteri del territorio. Nel novembre 2011 viene acquisita un’azienda storica in Contrada Bombolieri, sempre a Vittoria, che incrementa la superficie aziendale arrivando a 30 ha, di cui 18 ha a vigneto, tra Nero d’avola e Frappato, Albanello e Moscato – tutte varietà autoctone siciliane– e il resto a uliveto, seminativo e alberi da frutto. Il particolare clima e terreno, l’escursioni termiche elevate e i terreni calcarei, contribuiscono a dare dei vini freschi ed eleganti.
Oggi i suoi vini vengono definiti “vini di territorio”. Lei stessa scrive: “Amo le uve di questa terra, il Frappato e il Nero d’avola, mi ritrovo nella loro espressione, nel loro essere armonici e disuguali. Forse longevi, adoro la loro forza di sapersi portare dentro un passato e un futuro allo stesso tempo”.

venerdì 14 settembre 2012

Joe Dressner, 15th September 1951 - 16th September 2011

Ho incontrato Joe nel 2006. Mi era sembrato una specie di esame. Era aprile ed eravamo a Villa Boschi, Verona. La mia prima annata, 2004, era in commercio da poco. E’ passato Kevin dal mio tavolo, c’era Shawn e qualcun altro. Ho capito che erano americani e importavano vino.

Per loro era la prima esperienza con il Frappato, per me era la prima esperienza per tutto e basta.
Ho visto i loro occhi felici, sembrava che avessero scoperto qualcosa, ma in quel momento io non capivo veramente nulla di espressioni dopo un assaggio, per cui sorridevo, aspettavo qualche loro parola e andavo avanti. Poi Kevin mi disse: “Passiamo fra un oretta con il Boss”. Per noi italiani la parola Boss, vuol dire molto più di capo, racchiude in se i nostri immaginari italo-americani legati a quei film polizieschi quando il Boss e suoi fedeli si nascondevano in qualche magazzino del Bronx, c’era sempre un tavolo lungo, lui che impartiva comandi, fumo di sigarette che saturava la stanza , accenti a tratti siculi, traffici di droga e sparatoie per strada. Insomma, questo mi è passato in testa per quella oretta. Nel frattempo facevo assaggiare i vini agli altri e aspettavo.
Ad un certo punto il gruppo ritorna, formano una specie di piccola barriera intorno al tavolo che lentamente si apre. Di fronte a me c’era finalmente il Boss, Joe, con la sua aria seria, sicura, infallibile, di quelli che sanno dove sono e dove mettono i piedi sempre. Riassaggiamo il vino, quei due minuti mi sono sembrati interminabili, poi quel sorriso, la testa che va su e giù e due parole :VERY GOOD.
E’ in quel preciso momento che sono entrata nella squadra. Non avevo ancora bene capito cosa volesse dire squadra, da un punto di vista lavorativo. Sapevo giocare a pallavolo, avevo fatto atletica, lo sport ti aiuta molto in questo, ma in quel momento mi mancavano dei tasselli. Quella squadra era una famiglia, un gruppo nel quale vige la regola: Cresco io, Cresci tu. Il concetto di INSIEME, dove ogni cosa la si programma o spesso non la si programma nemmeno, ma esce spontanea e aiuta tutti.
Joe era riuscito a creare questo. Aveva i suoi modi, il suo humor, ti faceva ridere tanto e a volte era ermetico. Aveva una conoscenza sui vini che ho trovato veramente in pochi, un intuito che lo si ha o non lo sia ha. Ha contribuito fortemente a cambiare il modo di bere negli States, ha tirato fuori una selezione di vini sorprendente negli anni, ha fatto sempre delle cose più che speciali, sino all’ultimo momento della sua vita. Il vino per lui era tutto, era famiglia, era Denyse, era Jules, Alyce, era alimento puro giornaliero. Era l’estate trascorsa con loro in Francia, lontano da New York che tanto amava, e vicino ai suoi produttori. Da lì produceva idee, sino all’ultima grande cosa che ci ha lasciato, il suo blog The Amazing Misadventures of Captain Tumor Man. Solo lui riusciva a fare di una cosa così assurda della vita, una virtù. Un grande insegnamento: la vita deve essere libertà ed espressione di noi stessi, del senso che vogliamo darle e fino all’ultimo non dobbiamo perdere la speranza. Joe mi voleva bene e l’ultimo abbraccio fu accompagnato da questa frase: “Non avrei mai pensato che i tuoi vini potessero fare così tanto qui, avevo capito qualcosa, ma siamo andati oltre le nostre aspettative. Sono fiero di te”
Solo questo è il vero senso del mio lavoro. Il legame con la vita, con alcuni luoghi, con le persone. Grazie Joe.

mercoledì 15 agosto 2012

Noi primati



Mi capita una, massimo due volte l’anno , quando decido di tirare via i libri dagli scaffali, fare il cambio degli armadi o gettare alcune riviste accumulate per mesi. E’ un lavoro lento che richiede pause e cambi di direzione. Non riesco mai a farlo in modo veloce e ritmico, ma spesso mi fermo perché attratta da alcune foto, dal titolo di un vecchio libro che non vedevo da tempo. Ne apro una due pagine, leggo l’inizio, passo alla fine per spolverare i ricordi, per capire quando, perché, come era stato letto e in quale contesto. Nel frattempo  lo metto da parte, vorrei rileggerlo, cerco di non nasconderlo nuovamente.
Questa mattina mi sono imbattuta sulla Scimmia Nuda -studio zoologico sull’animale uomo- di Desmond Morris. 1967.
Un libro che ho comprato nel 2002. Consigliato all’Università dal mio professore di marketing del vino a Milano. Mi ricordo che ci disse di leggerlo sotto l’ombrellone d’estate. Era Giugno, forse l’ultima lezione.  Lui è sempre stato bravo e io spesso rimanevo incantata dai suoi racconti, come quando ci spiegò perché nacque l’espressione +LATTE –CACAO della Ferrero o come alcune aziende vinicole italiane siano esplose commercialmente negli anni 90.
L’analisi del prezzo, comunicazione e ciclo di un prodotto e poi finalmente il comportamento del consumatore.
"La Scimmia Nuda" lo comprai subito, a fine lezione. Mi sorpresero il titolo e le parole di Morris quando scriveva che l’uomo è “l’unica specie di scimmia vivente, delle centonavantatre specie a non essere interamente ricoperta di peli”.
L’esame che fa di noi stessi è straordinario, ci mette a nudo totalmente, in un confronto così netto e realistico con questo animale, che è spiazzante.
L’uomo rimane essenzialmente un primate, che segue gli stessi modelli, comportamentali,  fisici, sessuali e di sviluppo degli antenati scimmioni cacciatori. Niente di più niente di meno  dello stesso soggetto che prima cacciava e adesso lavora, che prima aveva un rifugio e adesso ha una casa , che prima si divideva il luogo di caccia e adesso il posto di lavoro, con altri primati.
Analizza l’omossessalità, il concetto di gruppo, la ricerca di un dio, lo sviluppo della società come mescolanza di gruppi tribali diversi.
E’ un’analisi inquietante che ci fa riflettere sulla parte animale che c’è in noi, fornendoci il perché di molti dei nostri comportamenti.

Desmond Morris, LA SCIMMIA NUDA
Tascabile Bombiani 2003 – 269 pagine

Sotto l'ombrellone, buon Ferragosto!