domenica 25 ottobre 2009

Chateau Rontets e Spencer Tunick per GreenPeace

Così il vino diventa un mezzo per attirare l'attenzione sul riscadamento globale.
In 700 nelle vigne di Chateu des Rontets a Fuisse, vicino Macon, hanno posato per Spencer Tunick.

giovedì 15 ottobre 2009

OTTOBRE è TEMPO DI RACCOLTA..



Per me l'uva è un frutto d'autunno, almeno qui a Vittoria. E quando questo arriva e solo in quel momento, diventa tempo di raccolta.
Anche quest'anno per fortuna le maturazioni si sono spinte al punto giusto, con qualche pioggia esasperante che mi ha fatto un po' penare.
Tutto finito adesso, sabato 10 Ottobre è stato il momento dell'ultimo Zibbibbo. Perchè da quest'anno si prova anche il bianco..
E per rendere le cose ancora più complicate, non bastandomi la pioggia, riprovo il passito di Nero d'Avola. Il PASSONERO 2009. Eh sì, perchè se la prima prova vale, perchè non provare la seconda. 12 gg di appassimento, i graticci di canna di fiume, il sole che quando esce in Sicilia, autunno che sia, si fa sentire. Fra poco uscirà l'annata 2008 per cui anche voi mi direte la vostra.

Sole, pioggia, freddi notturni, cieli nuvolosi, i monti qui dietro nitidi come se dovessi abbracciarli. Questa è la Vendemmia 2009, ma per fortuna tanti profumi e come si sà, alla fine sono questi che ti riempipno di gioia e anche quei piccoli dubbi e difficoltà, quelle ansie e apprensioni si fanno da parte per lasciar spazio alla gioia di quegli primi assaggi che chiudono le porte ad un anno e ne aprono un altro.

E via con la prima cassetta!!!!


Pensando al PASSONERO

sabato 13 giugno 2009

Il prima e il dopo de Le italiennes montent a Paris

Sul blog vinoalvino,

Parte 1 e Parte 2 de Le Italiennes montent a Paris

Rimando a quanto scritto sul blog di Franco Ziliani e sui commenti ricevuti: "Ritorno adesso a casa da Parigi. Premetto che viaggiare con i nostri vini è una cosa che spesso va al di là della vendita. Questa come ben sapete è figlia della comunicazione, non quella studiata che spesso incontriamo, ma quella spontanea, che si legge negli occhi, che si ascolta dai racconti dei vignaioli.
Personalmente lavoro a Parigi con Vinny Mazzara, una ragazza Italiana e anche grazie al supporto di Christine, vendo lì i miei vini da due anni. Mi fa piacere che là dove si respiri la storia di quei bistrot parigini, anche nelle zone più svariate della città, in quei posti che hanno aperto le porte già da anni ai vini naturali francesi, si possa adesso parlare di Italia e dei suoi terroir credo al meglio rappresentati da queste produttrici presenti alla degustazione. E la soddisfazione di sentirsi parte di un gruppo, di un movimento che forse scrive realmente in questi momenti un pezzettino di storia dei vini naturali italiani a Parigi. L’idea di parlare, incontrare, e sorriderci con i nostri clienti, guardandoci in faccia e scambiandoci una pacca sulla spalla reciproca; i primi assaggi di una nuova annata, le prime critiche, le prime impressioni da parte loro.
In fondo il vino è anche questo, parlare discutere e la cosa più bella di essere e fare vino in questi anni è quella tensione e critica positiva che si sente a questi eventi, a quelli di aprile, e a tutte le piccole fiere dei vini naturali che sulla stregua dell’esempio francese stanno cominciando a popolare anche l’Italia.
Arrivano produttori da ogni parte d’Italia, come me dalla Sicilia, a volte con la macchina piena di vino. Uno fra tutti a novembre, Fornovo, appena finita l’ultima fermentazione, mentre i vini stanno ancora macerando. Due giorni e poi nuovamente in cantina. Si vedono arrivare con le proprie bottiglie, lo scarico dalle macchine, i primi saluti e il ritrovarsi dopo la pausa estiva, e il nostro impegno in vigna e in cantina per la vendemmia.
Ci raccontiamo, ci passiamo le ansie e le gioie, impariamo da un bicchiere altrui, e ci prendiamo le nostre conferme. Le piccole manifestazioni sono figlie di questi bisogni, sono figlie dell’orgoglio di essere agricoltore e del voler continuare ad esserlo, sono figlie delle nostre ambizioni e di quella sensazione unica che è lo stare spalla a spalla con la gente, con chi il vino lo fa, con chi il vino lo beve, con chi di vino scrive.
Questa degustazione a Parigi è stata anche questo, e tutti coloro che sono venuti, sono convinta che tutto ciò l’abbiano capito. Mi sembra superfluo fare i conti in tasca alla gente, mi sembra ovvio che i nostri spostamenti siano giustificati da un ragionamento sensato. Vi assicuro che sono molto più importanti questi incontri vivaci e personali che le tante cose organizzate in questo settore e molto più dispendiose che portano a molto meno.
Non siamo andate in gita, siamo andate a proporre le nostre storie. E come ha detto Enrico Bernardo ieri all’uscita dal suo ristorante Il vino: “Brave ragazze! per fortuna, avete portato un po’ di spirito ed euforia a questa città “ E a noi sono bastate tutte le persone presenti e queste frasi per avere l’ennesima conferma".

mercoledì 10 giugno 2009

DIREZIONE SICILIA




















Scegli tu, chi o cosa va in “Direzione Sicilia”.
Per me è questa..
Vi invito a dare un'occhiata a questa simpatica iniziativa.
www.direzionesicilia.blogspot.com

domenica 7 giugno 2009

Les italiennes montent a Paris


Siamo appena partite. Ognuno con la sua bella vespina attraverserà l'Italia sino a Parigi.
Si vous en avez envie, montez a bord!!!!





Vi aspettiamo
45 Rue de Babylon - 75007 Paris
LUNEDI' 8 GIUGNO 2009

giovedì 14 maggio 2009

STRADA PROVINCIALE 68 VITTORIA-PEDALINO




COOMING SOON........

dal 31 MAGGIO 2009
per ulteriori informazioni info@agricolaocchipinti.it


giovedì 7 maggio 2009

Il laboratorio segreto dell'architettura












Non c'ero ieri pomeriggio alla presentazione presso la libreria Aleph di Siracusa, ma mi sembra giusto che Fabrizio possa leggere qui due parole su di lui, sul suo libro, sulla sconsiderevole passione che mette nelle sue cose. “Il laboratorio segreto dell'architettura” , di Fabrizio Foti , LetteraVentidue edizioni.

Mi capita sempre più spesso ultimamente di legare il vino all'architettura, le due cose si impastano, si intrecciano spesso e ne risulta sempre qualcosa di estremamente connesso , non per nulla estraneo, quasi una continuazione in altra forma di ciò che è agricoltura in cultura. E le mie discussioni con Fabrizio spesso sono anche questo.

Parlo di Fabrizio e del suo libro qui, attraverso anche le parole di Pier Vittorio Aureli, parlo della sua ricerca e viscerale studio su Le Corbusier, di un libro nato da un continuo assaporare quello che per lui è il più alto ricongiungimento architettonico.
Ognuno di noi coltiva una passione, ha un modello, un punto di partenza dalla quale nascone le cose, nella vita e nel lavoro,qualcuno da ammirare e che in molti casi rappresenta il nostro slancio. Le cose da noi vengono successivamente filtrate, creando i nostri modi di dire, di fare, e di ricreare in chiave diversa.
Così è nel vino e in chi lo fa, così è in chi persegue l'architettura e l'arte e ne fa ragion di vita.
Mi sono piaciute queste parole all'inizio del libro: “"Sono un architetto.
Ma sono (o almeno mi sento di essere) anche un pittore.
Da tempo mi interrogo sui termini del confronto dialettico tra le due attività e su quali possano esserne i rispettivi punti di incontro. Quali le opportunità che perseguibili concordanze possano stabilire. Ma soprattutto, mi sono sempre chiesto, l’interazione tra queste discipline quali significativi risultati potrebbe raggiungere.
Questa ricerca, pertanto, consiste in una occasione di indagine sul legame tra arti plastiche e progetto di architettura".

Poi Pier Vittorio Aureli lo commenta così: “Più di ogni altra sfera del sapere, l’architettura appare come l’arte di mettere assieme le cose, ovvero l’arte di comporre non solo materiali e forme, ma anche azioni, saperi, concetti e soggetti molteplici. Da questo fatto emerge la difficoltà dell’architettura, la sua precaria riconoscibilità come pratica, la sua impossibile (eppure necessaria) autonomia in quanto forma di pensiero. La divisione del lavoro, la tecnicizzazione del sapere imposta dalla civiltà industriale e, infine, la frammentazione continua dei processi di produzione provocata dal Leviatano capitalista, hanno minato l’idea stessa di architettura ben oltre lo spazio ovvio della sua produzione materiale. In fondo la frammentazione dell’architettura, quale riflesso di una frammentazione oramai totalizzante delle cose, si riproduce oggi a partire dalla nostra stessa mente, e cioè nella nostra difficoltà di concentrarci, di organizzare il pensiero, vale a dire nella nostra (in)capacità di assumere quello che Erwin Panofsky avrebbe chiamato un “mental-habit”. Di fronte a questo scenario, si potrebbe sostenere che obiettivo dell’architettura dovrebbe essere - ancor una volta - non tanto (o non solo) quello di costruire, quanto quello di pensare. La priorità del pensiero si dovrebbe imporre proprio perchè, in un’epoca come la nostra, è lo spazio apparentemente intimo, “segreto”, immateriale del pensiero, inteso nella sua facoltà primaria di spazio cognitivo, ad essere la posta in gioco contesa tra le forze oggettive della ri-produzione e le forze soggettive della poetica. È proprio nel punto strategico di questa contesa che s’inserisce il libro di Fabrizio Foti su Le Corbusier”
Ciao Fabri spero di rileggerti presto.

www.letteraventidue.com

mercoledì 11 marzo 2009

Aspettando Vino VinoVino2009

Quando ero studentessa ci andai il primo anno e fu un'emozione. Partivo da Milano, non più Vinitaly finalmente. qualcosa si era mosso e di importante. Era Villa Favorita la prima edizione. Poi il secondo avevo già il vino, non in bottiglia, ma non partecipai, solo qualche degustazione in un contesto che ancora una volta mi aveva reso fiera e felice di tutto quello che facevo. Poi finalmente feci Villa Mattarana e poi Ca Scapin due volte. Quest'anno, ci siamo riuniti in parte, e l'unione come si sa fa la forza. Fa forza soprattutto un modo di intendere la terra e i suoi vini, l'identità di un territorio in una molteplicità di vini, tutti diversi, per luoghi, annate e interpetrazioni, ma con una cosa in comune importante che ci rende un gruppo: quella di avere vini veri, naturali, per questo unici e naturalmente buoni. Capire l'anima di un territorio, di una contrada e ancor più di un fazzoletto di terra dove nasce una vigna. Questo mi appassiona, questo ci appassiona e tutto questo rende lì l'atmosfera unica. Ognuna col suo orgoglio, ognuno più o meno spavaldo o timido. Ognuno col suo modo diverso di manifestare il suo lavoro, di far conoscere rispettosamente la sua passione, perchè di questo si tratta innanzitutto, che si legge chiara negli occhi di ciascun produttore.
Finalmente ci siamo o quasi. VinoVinoVino 2009 è in arrivo.
2-3-4 Aprile 2009 Isola della Scala VR. www.viniveri.net
Un occasione per vedersi in tanti, per scambiarsi opinioni, un occasione per bere vini veri.
Io ci sono. A presto.

mercoledì 11 febbraio 2009

Il silenzio dell'inverno mi racconta che....


Qui piove e non smette e come ogni anno fra il silenzio delle vigne e i venti di provenza, tra l'umido che imperterrito entra nelle case, regalando alla Sicilia un volto diverso, si potano le vigne, si legano i tralci e il vino si travasa.
Come ogni anno questo è il momento in cui si inizia a capire meglio l'annata, assaggi il primo vino che non è più fermentativo, e rileggi un anno intero nelle sue trame.
Lo travasi e lo desti dal suo sonno, lo risvegli per rigenerarlo in parte, chiuso nelle sue botti che respira.
E finalmente tra un 2008 che si compone, ti accorgi che un SICCAGNO 2006 è nel suo momento forse più bello, con quei profumi di terra e dd fuoco, che da frutto si evolvono man mano in terziari e senti che il vino si adagia nella sua forma migliore....sì, perchè è ora che ti rendi conto che i vini vanno tenuti in cantina il più possibile, se possono permetterselo. E' dopo qualche mese di bottiglia e tutto si ricompone, ritrovando quello che cercaci in principio.

Febbraio: è pronto IL FRAPPATO 2007, i primi assaggi, ed è sempre un'emozione, scovare nei volti della gente, un' opinione, una critica, un sorriso. Per 2 anni l'hai tenuto dentro, per te, lo conosci solo tu, l'hai accompagnato. Adesso condividi. Apri le bottiglie e ogni assaggio è una sorpresa e niente c'è di più bello di questa sensazione, tra sollievo e aspettativa riuscita.
Cerco di rappresentare un territorio, cerco di mostrare un annata e questo 2007 e figlio di Vittoria, dei suoi terreni calcarei, sapidi e minerali. Come spesso mi dicono non è Siciliano, o almeno non lo sembra, forse troppo poco muscoloso, forse troppo sinonimo di quella femminilità, io aggingerei maschile che in parte mi porto dietro, forse un po' selvatico, come d'altronde questo territorio, forse è UVA SPREMUTA E MESSA IN BOTTIGLIA e a me piace, sentire un lato nascosto di questa Sicilia, che in fondo è anche questo. Forse è figlio di quell'uva che a 21 anni mi ha riportato qui per legarmi a questi vigneti, perchè l'unica che mi ha fatto sognare e vedere oltre.
Ops, questa è una vera e propria dichiarazione d'Amore nei confronti del Frappato.....ma non mi vergogno affatto! Dico sempre che il vino è uno straordinario catalizzatore d'energia tra gli uomini che ci porta con fortuna spesso a condividere un'emozione...e io questo sto facendo adesso.

"T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sè, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra."
P.Neruda

sabato 24 gennaio 2009

VINI NATURALI A ROMA
















ROMA, 31 gennaio e 1 febbraio 2009, Hotel Columbus, Via della Conciliazione, 33.
Finalmente insieme tutti e non potevamo che essere nella capitale.
Vi aspettiamo..

www.vininaturaliaroma.com

sabato 10 gennaio 2009

Ibleide, Uomini e Olio

"Turi quattro miennuli parlava con gli olivi e questo fu quello che mi insegnò; a riconoscerne le forme, ascoltando silenziosi dialoghi d’aria, seguendo un certo loro vago e lento canone d’esistere". L.

Un panettone di Fiasconaro buonissimo, un libro ancora più gradito Ibleide, Uomini e Olio. A portarmi tutto questo in una giornata di bufera siciliana, sono stati Lorenzo Piccione e Davide Dutto. Davide mi aveva chiamato, era in Sicilia per la presentazione del libro. Avevo voglia di trascorrere un pomeriggio tranquillo, qualche bicchiere di vino e una buona pasta, a pranzo con due amici con i quali, anche se non si ci vede spesso, sono sicura ci sia ad unirci una trama che lentamente si tende, in una visione comune e stupenda di questa Sicilia, fatta di uomini e terra e arricchita da persone che nel loro intento e desiderio di raccontare un'esperienza, una storia, nella voglia di esserne parte, osservano, scattano, fermano e raccontano le mani e il lavoro di altri che sono l'anima pulsante di questo territorio. Raccontare l'olio, come non era stato fatto prima. Dalla raccolta delle olive, le scale sugli alberi, gli uomini appesi fra le fronde e l'olio che scende, verde intenso nelle immagini di Davide e nelle parole di Lorenzo. Da chi lavora per ottenerlo a chi lo usa quotidinamente nei suoi piatti.

"...Così le ascolto, prima ancora di vederle, le mani, tese tra foglia e foglia. Anime abbarbicate a scale che scompaiono fra trame segnate da volti bruni e scavati, sospese a bucarne i chiaroscuri spazi" L.

Le immagini ci accompagnano in uno splendido viaggio in questo territorio, i Monti Iblei, le parole ci conducono nella loro storia.
Fiasconaro è stata una bella riscoperta, loro sono stati una conferma.
Davide mi racconta del mare, di Licata, dei pescatori con cui è stato a giugno nel Mediterraneo, delle sue immagini, Lorenzo mi racconta della sua storia a Pianogrillo, dei vigneti che un tempo c'erano, in quelle terre bianche di Chiaramonte, degli ulivi centenari.
Un pomeriggio di questo è ossigeno, è pensare , è voler fare, forse è anche ispirazione...quando la testa, per fortuna, ha sempre bisogno di andare oltre con le immagini, con i desideri, con dei semplici obiettivi.