sabato 10 gennaio 2009

Ibleide, Uomini e Olio

"Turi quattro miennuli parlava con gli olivi e questo fu quello che mi insegnò; a riconoscerne le forme, ascoltando silenziosi dialoghi d’aria, seguendo un certo loro vago e lento canone d’esistere". L.

Un panettone di Fiasconaro buonissimo, un libro ancora più gradito Ibleide, Uomini e Olio. A portarmi tutto questo in una giornata di bufera siciliana, sono stati Lorenzo Piccione e Davide Dutto. Davide mi aveva chiamato, era in Sicilia per la presentazione del libro. Avevo voglia di trascorrere un pomeriggio tranquillo, qualche bicchiere di vino e una buona pasta, a pranzo con due amici con i quali, anche se non si ci vede spesso, sono sicura ci sia ad unirci una trama che lentamente si tende, in una visione comune e stupenda di questa Sicilia, fatta di uomini e terra e arricchita da persone che nel loro intento e desiderio di raccontare un'esperienza, una storia, nella voglia di esserne parte, osservano, scattano, fermano e raccontano le mani e il lavoro di altri che sono l'anima pulsante di questo territorio. Raccontare l'olio, come non era stato fatto prima. Dalla raccolta delle olive, le scale sugli alberi, gli uomini appesi fra le fronde e l'olio che scende, verde intenso nelle immagini di Davide e nelle parole di Lorenzo. Da chi lavora per ottenerlo a chi lo usa quotidinamente nei suoi piatti.

"...Così le ascolto, prima ancora di vederle, le mani, tese tra foglia e foglia. Anime abbarbicate a scale che scompaiono fra trame segnate da volti bruni e scavati, sospese a bucarne i chiaroscuri spazi" L.

Le immagini ci accompagnano in uno splendido viaggio in questo territorio, i Monti Iblei, le parole ci conducono nella loro storia.
Fiasconaro è stata una bella riscoperta, loro sono stati una conferma.
Davide mi racconta del mare, di Licata, dei pescatori con cui è stato a giugno nel Mediterraneo, delle sue immagini, Lorenzo mi racconta della sua storia a Pianogrillo, dei vigneti che un tempo c'erano, in quelle terre bianche di Chiaramonte, degli ulivi centenari.
Un pomeriggio di questo è ossigeno, è pensare , è voler fare, forse è anche ispirazione...quando la testa, per fortuna, ha sempre bisogno di andare oltre con le immagini, con i desideri, con dei semplici obiettivi.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie Arianna, da te si sta benissimo, un' atmosfera magica, bello e buono tutto ; vino, olio, fuoco, pane...
In fondo Ibleide è anche la tua storia; quella del tuo magnifico olio.
Un abbraccio.
Lorenzo

Anonimo ha detto...

miiiii..., ma chi sono quei due vecchietti nella foto seppiata?
ispirano pensieri di altri tempi...almeno quello a sinistra...
Ciao Arianna, ricordo volentieri quel pomeriggio umido di tuoni, grigio di nuvole, lampi, il camino caldo e i sapori buoni dentro in casa e le chiacchiere tra amici.
I panettoni siciliani e l'insalata d'arance, pasta con capperi e uvetta passa, olio buono vini particolari. Mescolanze di quei posti alle quali mi sono piacevolmente abituato.
Persone belle come te, nobili come Lorenzo e fotografi ambulanti piemontesi come me si ritrovano un pomeriggio sul filo conduttore dei sentimenti, dei gusti e dei colori di quei posti, di quelle persone che fanno e ci dicono molto.
Non mi stuferò mai di ascoltarne le storie dei pescatori, cuochi, contadini e produttori, giornalisti, grafici, fotografi e amici...
Un'abbraccio a te Davide

Michele Occhipinti ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Michele Occhipinti ha detto...

L'animus esplorandi conduce verso una meta invisibile allo sguardo, conosciuta però dal fine dei nostri pensieri. Quando la si raggiunge, la si percepisce antica, già vissuta, come se si leggesse la storia della nostra genealogia. Ibleide è questo. Termine di un percorso, inizio di una storia, la storia delle nostre radici.
Michele

christian ha detto...

Il libro è davvero molto bello. Ho avuto modo di sfogliarlo qualche settimana addietro.


Mi permetto di aggiungere solo un link:
http://www.cibele.it/?page_id=39

L'editore permette di scaricarlo in formato pdf.
Per quanto il digitale non rende giustizia alla beltà del cartaceo.

Maurizio Pratelli ha detto...

Quanta voglia di Sicilia, la rivivo un po' qui.